In occasione della Festa della donna vogliamo dare spazio ad una delle tante storie di imprenditoria al femminile che animano il tessuto economico della città di Matera. Abbiamo incontrato Benedetta Tralli che nella Città dei Sassi gestisce uno studio di amministrazioni condominiali, un settore che, negli ultimi anni, ha visto aumentare la presenza femminile.
Benedetta Tralli, cultura universitaria e grande loquacità, ha il piglio deciso di chi ha fatto della concretezza e della tenacia la sua mission professionale. Doti che insieme a lucidità, lungimiranza e attitudine (tutta femminile) al problem solving, le hanno permesso di affermare la propria leadership in questo settore. Un settore in cui, c’è ancora (in qualche caso) una forma di ritrosia nel riconoscere il livello di preparazione tecnica per competenze tradizionalmente accostate agli uomini.
Anche in questo settore professionale le donne sanno farsi apprezzare per creatività ed innovatività tanto che, secondo alcuni studi, l’impresa al femminile costituisce un formidabile “motore della ripresa” di cui l’Italia ha bisogno.
Come e quando hai deciso di intraprendere questa attività?
Probabilmente avevo un’attitudine sin da bambina. Quella della comunicazione e della mediazione sono state doti che ho avuto da sempre. E l’amministratore deve essere un mediatore, deve focalizzarsi sugli obiettivi, saper creare una buona intesa collaborativa. A questo occorre aggiungere un atteggiamento di flessibilità mentale e fisica: occorre essere abili a modellare e cambiare le percezioni delle situazioni e dei problemi in modo da trovare modi creativi per risolverli.
Come concili lavoro e famiglia?
Basta organizzarsi, non è un problema: le donne non devono scegliere tra la famiglia e il lavoro, ma possono essere apprezzate come professioniste, senza rinunciare alla loro dimensione familiare. Come tutte le donne mi definisco una “mamma acrobata”, devo quotidianamente fare i “salti mortali”. L’importante però è non trasformarsi in una donna perennemente stressata e in lotta con se stessa.
Raccontami un aneddoto che ti è capitato sul lavoro
Ricordo che una volta avevo chiesto al custode di uno stabile di scrivere un cartello e attaccarlo all’ingresso per invogliare a chiudere il cancello. Non aveva usato bene la punteggiatura e ne uscì un cartello che sembrava più un divieto per l’amministratore che un invito ai condomini a non sbattere i cancelli, perché diceva così: “SI PREGA DI CHIUDERE I CANCELLI SENZA SBATTERE L’AMMINISTRATORE”, è possibile immaginare le risate visto che io sono una donna…
Cosa ti piacerebbe fare in futuro?
Sicuramente di raggiungere ancora di più un equilibrio ottimale e una migliore preparazione professionale, visto che il settore offre molta mediocrità. Più qualità, più servizio, più precisione, più tecnologia: cerco sempre di stare al passo con quello che di nuovo si fa in questo ambito professionale.
Quanto questa professione è più difficile o più facile rispetto alla figura classica dell’amministratore maschio?
Se una donna è determinata e molto diretta viene subito tacciata di aggressività, mentre il medesimo comportamento attuato da un uomo lo rende più “preparato”. Essere donna mi ha aiutato a gestire situazioni difficili e delicate, dove occorreva una sensibilità particolare, in cui i silenzi talvolta sono più eloquenti delle parole e l’intuito femminile può rivelarsi un’arma segreta infallibile. Essere donna ti rende oggetto di premure particolari da parte soprattutto di gentlemen attempati. Comunque al buon amministratore, maschio o femmina che sia, occorre un mix di strategia, a base di buon senso, determinazione, intelligenza. E occorre portare risultati: e se il titolo di studio si può sempre conseguire, l’intelligenza invece è un dono che non si può acquisire. In questo, per fortuna, non c’è alcuna differenza tra uomo e donna.