La Valle dei fuochi si ribella: “Noi presi in giro dalle istituzioni. Reagiremo con forza”

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Una comunità stanca e disperata quella di Pisticci Scalo. Una comunità che ha bisogno di risposte certe e fatti concreti per poter vivere una vita al sicuro da gas tossici, reflui pericolosi per la terra e per la salute, da immissioni che danneggiano e il benessere e l’economia locale. Una comunità ferita dalle istituzioni, abbandonata dagli enti statali che, dopo le solite mille promesse e i pochissimi (se non nulli) fatti, sono spariti.
Ci è voluta un’azione della magistratura per portare tutto a galla, per far tornare la paura agli abitanti dello Scalo di vivere in un luogo che definirlo inquinato è poca cosa. Questa gente vive nella “Valle dei Fuochi”, dove da anni arrivano rifiuti pericolosi di ogni genere dal centro Oli di Viggiano, smaltiti secondo parametri non sempre legali. Qui le malattie gravi e incurabili sono giunte a livelli inimmaginabili, con una percentuale altissima di morti precoci, mentre industriali e politici arricchiscono il loro portafoglio.
Nella “Valle dei fuochi” la legalità ha smesso di esistere.
Ma qualche giorno fa qualcosa si è mosso: l’Antimafia lucana ha inoltrato ben undici avvisi di garanzia a gente del calibro di Ruggero Gheller (responsabile del distretto meridionale Eni), alla famiglia Somma (padre e figlio), al direttore di Tecnoparco Nicola Savino, a Giulio Spagnoli, al noto costruttore materano Giovanni Castellano, senza dimenticare il commissario per il consorzio per lo sviluppo industriale di Matera Gaetano Santarsia e l’ex amministratore delegato di Sorgenia, Massimo Orlandi. I motivi dell’indagine sono presto detti: si presume, infatti, che per circa tre anni e mezzo Eni avrebbe smaltito i rifiuti prodotti dal Centro Oli di Viggiano, in combutta con industriali del posto, in maniera illegale, con un difetto di classificazione dei reflui destinati all’impianto Tecnoparco di Pisticci Scalo.
E veniamo a ieri, dove la cittadinanza pisticcese, impaurita e afflitta dagli ultimi accadimenti, si è riunita in assemblea popolare presso il circolo “Alba” di Pisticci Scalo per cercare di vederci chiaro e preparare contromosse a problemi gravi che mettono in pericolo la salute dei cittadini, di esseri umani che per anni hanno convissuto con chissà quali sostanze.
La Valle dei Fuochi.
E’ triste, infatti, la connessione logica con quanto accade in Campania, nella Terra dei Fuochi.
Tra gli oratori, importante è stato l’intervento del Presidente di “Pisticci Scalo Pulita”, l’ingegner Capece che ha innanzitutto spiegato che la società Tecnoparco è una società a metà strada tra il pubblico e il privato: la Regione Basilicata detiene, infatti, circa il 40% delle quote ed è proprio l’ente regionale che da le concessioni e le autorizzazioni per il funzionamento degli impianti e delle vasche. Quindi, il principale artefice di questa situazione non è altro che la nostra amata Regione. L’ingegnere si è scusato con tutti per aver dato fiducia al nuovo presidente Pittella che, tuttavia, ad oggi non ha mosso un solo dito per i cittadini ai quali, prima delle elezioni, aveva riempito la testa di tante promesse ( sempre a detta del presidente).
“La responsabilità della nostra comunità” continua Capece “ è quella di arrabbiarsi, perché da due anni sentiamo la puzza proveniente dallo stabilimento: quello è il segno che qualcosa non va, che le nostre vite sono esposte ad agenti inquinanti pericolosissimi. La proposta mia e del comitato è quella di chiedere immediatamente la sospensione delle attività lavorative della Tecnoparco per quanto riguarda i reflui provenienti dalla lavorazione del petrolio a Viggiano”.
Infatti, si deve ricordare, a dover di cronaca, che la Tecnoparco è nata con lo scopo di smaltire solo i materiali di scarico provenienti dalle aziende della Valbasento, non certo i materiali di scarto del petrolio.
LA PAROLA AL SINDACO Di Trani ha chiesto ancora qualche giorno per aspettare una risposta del governatore lucano Pittella alla questione: “Ho inviato una lettera al presidente della Regione al quale non mi sento di dare troppe colpe, anche perché recentemente insediato”. Nella lettera il primo cittadino di Pisticci chiede di valutare la sospensione dei trattamenti ai reflui del petrolio in Valbasento, in attesa degli sviluppi delle indagini della Magistratura lucana. Tuttavia “ se non dovessero arrivare risposte concrete in quattro, cinque giorni io insieme a voi fermerò i camion per evitare ulteriori danni al mio territorio”. Il Sindaco rincara la dose:“Ad Eni noi chiediamo di creare un futuro per tutti i lucani, non solo per quelli di Viggiano e dintorni: si deve creare l’occupazione che manca in Basilicata, invece si stanno creando solo malattie. Nel mio Comune, nel 2007, su 105 decessi, 55 sono stati per tumore.” Inoltre, il dottor Di Trani denuncia l’assenza in Lucania di un registro dei decessi per tumore che è fermo al 2007. E conclude
“Naturalmente l’occupazione deve essere creata non a scapito della salute della gente, ma tutelando la vita delle persone”.
LA PROPOSTA DEL M5S Il portavoce del Movimento Cinque Stelle locale, Filippo Ambrosini, ha, invece, proposto, oltre alla battaglia umana per fermare l’inquinamento nella “ Valle dei Fuochi” anche un’azione legale dove la cittadinanza del borgo possa costituirsi parte civile, mettendo a disposizione le prestazioni dell’avvocato Giandomenico Di Pisa, sempre pronto a difendere i diritti del suo territorio.
“La Basilicata è l’unica regione dove il controllato è il controllore” afferma Ambrosini: infatti, le indagini sull’inquinamento dello stabilimento di Tecnoparco, per metà della Regione, sono state affidate all’ARPAB Basilicata, anch’esso ente vicino alla politica regionale. Ed ha, infine, invitato anche il Comune di Pisticci ad adire per vie legali al fianco dei cittadini o con azioni proprie.
Poi è stato lo stesso avvocato Di Pisa a confermare la proposta del Movimento Cinque Stelle lanciando un appello alla cittadinanza affinché si passi ai fatti poiché di parole ne sono state dette davvero tante. “ La rivoluzione non si fa in poltrona, davanti alla tv, ma si fa scendendo nelle strade pronti a difendere i propri diritti”. E conferma, come anticipato da Ambrosini, la sua disponibilità ad esperire un’azione legale con i cittadini e le associazioni compatte a schierarsi come parte civile perché la legalità è sicuramente un campo nel quale si possono ottenere risultati importanti.
MOMENTI DI TENSIONE Laura Coletta, rappresentante del comitato “Aria pulita Basilicata”, ha esordito il suo discorso puntando il dito sulla cattiva gestione delle indagini su acqua e terreni da parte del Sindaco pisticcese che, subito è intervenuto, bloccando il discorso della Coletta che subito ha denunciato la mancanza di totale libertà di espressione nell’assemblea popolare.
La signora Colella rappresentava circa quaranta agricoltori del luogo che sono naturalmente danneggiati dal canale di scolo dell’impianto industriale, visto che tocca proprio i terreni delle loro aziende. “Piuttosto che affidarsi alla politica, questi agricoltori hanno intrapreso azioni concrete e hanno investito risorse proprie per effettuare analisi sui loro terreni. Inoltre è stato chiesto un tavolo della trasparenza al quale si siederanno i rappresentanti della Regione, di ARPAB e naturalmente questi agricoltori pesantemente danneggiati. E presto vi saranno altre azioni a tutela di questi lavoratori i cui diritti sono calpestati”.
Anche Giuseppe Di Bello è intervenuto per dimostrare vicinanza alla popolazione del borgo pisticcese e intende, con i fatti, aiutare questi imprenditori agricoli con azioni che si effettueranno in settimana.
E I FONDI UE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA? Intanto il prossimo primo marzo, presso la Sala Mensa della Tecnoparco, si terrà un consiglio comunale congiunto al quale parteciperanno i sindaci di Pisticci, Ferrandina, Pomarico, Miglionico, Grottole, Salandra e Tito per discutere per l’ennesima volta su come utilizzare i fondi europei per la bonifica dei siti industriali lucani della Valbasento e di Tito Scalo, classificati tra i siti più inquinati d’Italia.
Tali fondi, se non utilizzati entro il termine previsto, torneranno al mittente. Per non sprecare l’ennesima occasione di rilancio ambientale sono invitati anche il Presidente della Regione, i Presidenti delle province di Matera e Potenza, l’Assessore Regionale all’Ambiente, il Presidente del Consiglio Regionale, chiamati a dare più di un segnale circa l’interessamento a questa incresciosa problematica.
A questa manifestazione politica non parteciperanno i circa quaranta contadini rappresentati dal comitato “Aria pulita Basilicata”: la presidentessa Coletta promette battaglia all’esterno dell’impianto, con presidi e manifestazione contro “l’ennesima riunione politica che non tiene conto degli interessi dei cittadini e di questi quaranta agricoltori”.
Anche il Movimento Cinque Stelle di Pisticci e Marconia rimarrà fuori a manifestare contro questa ennesima riunione politica: “Tutta la cittadinanza è invitata a venire a Pisticci Scalo e schierarsi dalla parte dei cittadini per manifestare il disappunto per una situazione ambientale e di salute critica e tragica per la nostra comunità”: questo l’appello di Ambrosini.
Questa è la situazione della “Valle dei Fuochi”, a Pisticci Scalo, in Valbasento.

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