Serata di spettacolo ed emozioni intense al cineteatro “Andrisani” di Montescaglioso dove Lucilla Giagnoni ha presentato al numeroso pubblico che ha riempito la platea e la galleria del teatro montese il suo spettacolo “Ecce Homo”, incentrato sull’uomo e sulla sua evoluzione.
Uno spettacolo che ha visto la presenza di una nutrita rappresentanza pisticcese (quasi tutto il teatro era occupato da cittadini del Comune ionico), segno tangibile della fame di cultura e di teatro per un paese che ha un cinema a disposizione (recentemente ristrutturato quello in Piazza Elettra a Marconia), ma che continua a rimanere chiuso.
L’attrice toscana, con il suo monologo incentrato su questa strana creatura che è l’uomo, ha scandito le varie fasi di una evoluzione-involuzione che ha portato l’uomo sapiens ad essere esclusivamente “homo oeconomicus”, dedito esclusivamente al denaro e alla finanza.
Tutto questo viene raccontato dalla Giagnoni con una sorprendente comparazione tra l’evoluzione umana e le vicissitudini di Pinocchio che, da semplice burattino di legno, vuole diventare un bambino vero: naturalmente il cammino non è semplice, visto che il burattino più famoso del mondo incontra numerosissimi ostacoli sulla strada; ostacoli che, analizzati dalla Giagnoni, sono gli ostacoli che l’uomo ha incontrato durante il suo percorso di crescita.
Commistione di teorie e passi biblici con teorie scientifiche sull’evoluzione dell’uomo rendono viva la partecipazione del pubblico che sente che sul palco qualcuno sta parlando della sua storia, del suo intimo: sarebbe stato utile avere un pubblico in media più giovane visto che lo spettacolo lascia nel cuore dello spettatore una fiducia verso il futuro e la consapevolezza che i giovani, con il loro coraggio e le loro scelte, possono davvero tornare ad essere homo sapiens.
Il monologo della nota attrice teatrale ha, infatti, una giovane interlocutrice di eccezione: la figlia, alla quale la Giagnoni si rivolge in un finale da pelle d’oca, nel quale, rivisitando i passi delle beatitudini, invita la figlia ad esplorare, viaggiare, amare, scegliere, gioire per il mondo intero, proprio perché la felicità è in ogni istante della vita umana.
“Ecce Homo” non è altro che l’uomo fragile, debole, mite, l’uomo che però ha una potenzialità immensa che può sfruttare solo se torna ad una vita di valori e di emozioni autentiche.
Standing ovation finale per uno spettacolo che ha saputo sorprendere e catturare l’attenzione della maggior parte degli spettatori e ha fatto evincere quanto l’uomo sia ancora in una fase embrionale rispetto alle altre specie animali: insomma l’attrice sembra aver voluto concludere con l’idea che il meglio deve ancora venire.
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