Le festività pasquali avviano la stagione turistica e Matera si presenta con una immagine drammaticamente penalizzante, il suo principale accesso chiuso, sbarrato da transenne e blocchi di cemento e di seguito, tutta una serie di immagini che attengono al decoro della città, certamente non al meglio. “In funzione di tutto ciò – sostiene Adriano Pedicini Capogruppo PDL-FI- si fa anche pagare una imposta sul turismo, chi soggiorna è costretto a pagare una odiosa gabella, efficace contraddizione con quello che la città offre. A due anni dalla sua entrata in vigore ci si chiede a cosa sia servita questa tassa che penalizza l’intero sistema turistico della città e il suo territorio. Qualcuno deve spiegarci, come questi contributi lasciati da turisti italiani e stranieri hanno migliorato l’offerta turistica, l’arredo urbano o i servizi, oppure come sia stato promosso e organizzato il territorio. Credo che quanto ricavato dalla gabella turistica abbia alimentato il solito calderone dello sperpero e sciupio istituzionale. Quel che invece si avverte è una città che fa pagare una tassa e che ha in più l’insopportabile concetto del colpire uno dei pochi, se non l’unico settore che ancora riesce ad esprimere numeri in positivo; una risorsa unica non avvertita dalla politica che rimane nella più totale indifferenza; che non riesce a mettere in campo progetti e programmi; che non offre alcun servizio alle economie locali; in grado di non saper cercare misure idonee a rivitalizzare il settore. Quel che si osserva è un turismo improvvisato, lasciato agli umori, fantasie e buon senso degli operatori, perfettamente scollegati da qualunque piattaforma programmatica di competenti azioni amministrative. Si delega questa importante risorsa a braccia e menti assolutamente arrangiate e clientelari prive di professionalità, l’unica cosa richiesta è semplicemente l’allineamento politico. Il risultato è che la più importante risorsa della città è nella mani di inesperti e l’amministrazione comunale naviga senza timone. Lo sfacelo parte dall’ufficio Sassi, ridimensionato in una stanza, oggi conta un paio di tecnici oberati di lavoro e murati negli uffici quali sterili burocrati. Gli antichi rioni sono senza controllo, regna l’anarchia ovunque, parcheggi, commercio, igiene, lavori pubblici abbandonati e vandalizzati, è sotto gli occhi di tutti quel che accade, nulla ha in se il contenuto della sufficienza, anche le cose banali diventano un problema irrisolvibile. Quel che macroscopicamente sporge è il principale accesso ai Sassi, chiuso senza percepire i motivi di questa persistente situazione. “Sono incazzato, , siamo costretti a chiudere uno dei principali accessi ai Sassi” così il 25 gennaio si esprimeva il sindaco di Matera e prometteva che il periodo di chiusura sarebbe durato giorni, che la questione sarebbe stata risolta ad ore. Nessuno ci credeva allora, tutti erano consci della colossale menzogna tanto che oggi, all’inizio della stagione turistica, nessuno se ne avverte che ci troviamo di fronte al più imponente inganno. Interamente errata la politica turistica che viene dal governo di città, l’insipienza più totale con l’aggravante di non aver pensato ed organizzato per tempo, Pasqua è giunta, arriverà anche l’estate e nulla cambierà. Oggi la città candidata appare spenta e con la schiena chinata, stretta nelle mani di un gruppo di malinconici dilettanti, attori e protagonisti di quella scenografia fatta di squallide transenne che sbarrano la strada a via Casalnuovo, dove ancora riecheggiano le parole di Adduce: “In tempi veloci si dovrà procedere a mettere in sicurezza l’edificio. Non possiamo aspettare. Entro qualche ora, qualche giorno al massimo”.