La civiltà non è un valore che, di questi tempi, è così diffuso nella nostra Regione; il rispetto per la terra che ci ospita è un lontano stereotipo ormai completamente dimenticato. Il territorio di Pisticci, già inquinato da numerose aziende e imprese che danneggiano costantemente l’ecosistema, viene anche deturpato dagli sciacalli che ci vivono: facendo un giro per l’agro comunale, ogni cinquanta metri non puoi non incontrare rifiuti di ogni genere: da materassi abbandonati a bordo strada a ruote gettate tra verdi prati della macchia mediterranea, da prodotti di scarto edili abbandonati nei posti più impensabili ad ogni altro genere di immondizia che i cittadini locali decidono di abbandonare un po’ qua e un po’ là. E’ questo quello che hanno trovato gli attivisti del Movimento Cinque Stelle locale, nel “Tour della Monnezza”: aggirandosi per le strade del Comune lucano, lo spettacolo desolante è stato quello appena descritto. Come commentare il lavandino abbandonato sulla strada Viannina, l’unica arteria che collegava l’abitato con la Basentana? Semplicemente un comportamento a metà strada tra l’ignoranza e la malvagità di gente senza scrupoli che abbandona un po’ ovunque i rifiuti, infischiandosene dell’ambiente, del verde pubblico, della terra che è un bene comune e prezioso. In qualunque contrada si registrano situazioni di assoluto disagio e l’abbandono dei rifiuti sembra essere diventata l’attività prediletta dei cittadini, nonostante il Comune abbia messo a disposizione un servizio gratuito per raccogliere porta a porta quei rifiuti che risultano pericolosi o ingombranti. Ma la vera sorpresa riguarda gli scarti edili che vengono sistematicamente abbandonati dalle varie imprese operanti nel settore che, invece di promuovere il riciclaggio dei materiali che potrebbero essere così riutilizzati, li lasciano in luoghi poco frequentati costringendo poi le autorità alla rimozione, sempre a spese dei contribuenti. Di fronte a tali scempi, è palese che il principio fondamentale che l’Europa ha introdotto qualche anno fa “Chi inquina paga” a Pisticci non viene assolutamente rispettato, sia per l’ignoranza dei cittadini, sia per la scarsa vigilanza delle autorità.
E se da una parte il degrado dei rifiuti coinvolge l’intero territorio, anche la situazione delle infrastrutture è assolutamente precaria, con le strade colpite dall’alluvione di ottobre ancora chiuse, mentre altre sono in situazioni pietose: Marconia, infatti, risulta praticamente isolata dall’alluvione e, in questi mesi, non è stato effettuato nessun lavoro di ripristino delle strade, nemmeno di quelle rurali che dovrebbero assicurare i collegamenti dei cittadini ivi residenti con i paesi del pisticcese. L’elenco di strade chiuse è impietoso: la strada Viannina è off-limits per numerosissime frane che hanno colpito l’intera carreggiata, divenuta un vera e propria discarica a cielo aperto; la strada dell’Incoronata è chiusa al traffico nel tratto che la collega a Marconia; anche la strada denominata del “Cicimone” è chiusa al traffico e le curve che collegano Marconia con la Destra Basento, anch’essa chiusa per ripetuti smottamenti della strada nel fiume, rischiano di franare da un momento all’altro; percorrere la strada di San Teodoro è ormai un rischio notevole; anche la strada che collega Marconia con contrada Pucchieta è chiusa da tempo con un muro di fango pericolosissimo e senza nessun preavviso lungo la carreggiata. Anche la provinciale Pozzitello-San Basilio che collega Pisticci e Marconia, soprattutto nel tratto di Tinchi, risulta in condizioni disastrose. Dunque, una situazione di assoluto disagio e di stallo che il Comune di Pisticci non può assolutamente più permettersi, vista l’incombente stagione estiva che dovrebbe portare qualche speranza in più nel territorio sia dal punto di vista economico che della vivibilità, dopo un inverno piovoso, buio e assolutamente da dimenticare, ma che sembra non voler finire.