Mercoledì 4 giugno il popolo lucano manifesterà la propria indignazione contro la nefasta minaccia di nuove trivellazioni che rischiano di mettere in ginocchio la già devastata Basilicata. Infatti, come se non bastasse la già precaria situazione ambientale lucana, il Ministro Guidi e l’attuale Governo mirano a rialzare l’economia italiana con nuove estrazioni nel “Kuwait d’Italia”, la Basilicata, incuranti del livello tumorale ben oltre la media nazionale e delle conseguenze negative di tali estrazioni sull’ambiente. Il popolo lucano, stanco delle deturpazioni che subisce il territorio e degli scarsi guadagni che la popolazione usufruisce dal petrolio, è pronto alla battaglia e si è dato appuntamento proprio nella mattinata del 4 giugno davanti la sede della Regione, in via Verrastro, per manifestare il proprio no alle nuove multinazionali e alla svendita della Basilicata al peggior offerente, come accaduto fino ad oggi.
Un no consapevole e desideroso di indirizzare l’economia della Regione verso altre attività come agricoltura e turismo che verrebbero duramente messe in discussione dalle nuove trivelle che presto arriveranno sul territorio.
La mobilitazione di massa di tutti i cittadini della regione lucana mirerà a contestare i vari disastri ambientali verificatisi sul territorio nel corso degli ultimi anni, con la speranza che questa manifestazione sia un nuovo inizio per la nostra piccola ma meravigliosa Regione e che finalmente l’Italia si accorga anche della Basilicata “ricca ma povera”, “ meravigliosa ma malata”.
La protesta avrà come ulteriore obiettivo quello di ridare dignità e coraggio ad un popolo che non ha alcuna voce in capitolo nella scelta del tipo di economia da concretizzare sul territorio, un popolo che subisce senza alzare la testa e dire basta: sarà un modo per ricompattare la Lucania che ha voglia di dimostrare a se stessa e all’Italia che esiste. Contemporaneamente alla protesta il ministro Guidi si incontrerà con il governatore lucano Pittella che non è sembrato battagliero nel manifestare un no secco alle nuove trivelle in Lucania, come invece vorrebbe l’intera popolazione.
La riscossa lucana sta cominciando: l’Italia e il Governo devono tenerne conto e tutelare la Basilicata e i suoi cittadini, non svenderla e abbandonarla.