La crisi fa sentire i suoi effetti soprattutto sui ceti più deboli, famiglie che, con la crisi in atto, non riescono ad arrivare alla fine del mese vessati da problemi di mutui, affitti, lavoro precario. A Matera alcune chiese e la Caritas organizzano distribuzioni periodiche di cibo e viveri di prima necessità per coloro che si trovano in difficoltà economiche. L’azione di aiuto viene svolta su tutto l’arco nazionale anche dalla Croce Rossa Italiana. “La situazione di crisi è contingente e drammatica – afferma un operatore del terzo settore- e i numeri della povertà parlano chiaro. Da alcuni anni, noi e altri organismi del terzo settore, segnalavamo il trend in aumento e gli indicatori socio economici ci preavvisavano di ciò che oggi è il reale quotidiano di tantissime persone. Ora siamo in mezzo alla crisi e bisogna che tutti abbiano ben presente un fatto reale: a fronte dell’aumento delle richieste, le risorse per aiutare sono in calo. Il surplus delle produzioni alimentari che vi erano prima, quando la crisi era meno pressante, oggi sono drasticamente calate e di conseguenza le linee dei rifornimenti che non sono più a disposizione dei bisognosi. Per questo occorre agire collettivamente su due fronti: con le forze della chiesa, del volontariato sociale e del terzo settore, per aiutare i bisognosi, ma anche la gente comune, tutti coloro che hanno qualcosa in più devono sapere che la solidarietà non può che essere collettiva e l’attenzione alla spesa deve essere comune perché non si può non notare come ancor oggi vi sia ancora un grande spreco e scarto sia degli alimenti che dei beni primari. Quindi oggi più che mai: aiutateci ad aiutare”. Proprio qualche giorno fa l’’amministrazione comunale di Matera e la Caritas diocesana hanno sottoscritto un protocollo di intesa finalizzato a ”istituzionalizzare” un rapporto di ”stretta collaborazione” avviato da tempo per l’assistenza alle persone disagiate. A firmare l’accordo nella sala giunta del Comune di Matera il sindaco Salvatore Adduce e la direttrice della Caritas Anna Maria Cammisa. Il Comune di Matera contribuirà alle spese sostenute dalla Caritas con la somma di tremila euro. Un invito però è doveroso e coinvolge anche chi distribuisce i beni di prima necessità come pasta, riso, conserve ecc. Forse occorre fare maggiore attenzione ai profili di coloro che giornalmente chiedono aiuto. Occorre cioè cercare di capire se si tratta veramente di famiglie indigenti. Spesso accade che italiani ma anche molti extracomunitari che lavorano (badanti e operai) e che percepiscono un regolare stipendio sfruttino il loro status (di presunta povertà) per evitare di andare a fare la spesa al supermercato pur avendone la possibilità economica. Preferiscono rivolgersi alle parrocchie le quali danno loro il sacchetto con i viveri settimanali. Poi però ci troviamo di fronte a situazioni come quella registratasi qualche giorno fa a Matera, in via Gattini. In un cassonetto della spazzatura qualcuno ha buttato decine di confezioni di alimenti sigillate (riso e pasta in prevalenza) proveniente da aiuti comunitari. Cibo non scaduto, ritirato da qualche parrocchia o da qualche altro ente caritatevole che è stato buttato, sottraendolo magari a chi ne aveva realmente bisogno. Evidentemente si tratta di falsi poveri che “cavalcano l’onda” della crisi per evitare di fare la spesa. Falsi poveri che poi non si fanno nessuno scrupolo a buttare via i cibi che non gradiscono.