MATERA ED ALTAMURA A LEZIONE DALL’ARCHISTAR MARIO BOTTA

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Si è tenuto venerdì scorso Matera ed Altamura il doppio incontro con l’architetto Mario Botta, voluto ed organizzato dal Centro Edile Quartarella.
Il primo appuntamento, la lectio magistralis, organizzato in collaborazione con Archival, è stato l’evento inaugurale della terza edizione del Festival dell’Architettura di Matera. Ad accogliere l’archistar sono stati il direttore del dipartimento Dicem dell’Università della Basilicata, Ferdinando Mirizzi, Antonella Guida, coordinatore del corso di Architettura della Facoltà di Matera, e Antonio Loforese, fondatore del collettivo Archival.
Ad introdurre la lezione di Botta è stato Antonio Conte, coordinatore del dottorato Cities Landscapes dell’Unibas il quale ha sottolineato l’impegno dell’Università nel portare a Matera, grazie all’aiuto di sponsor privati, importanti figure dell’architettura internazionale che hanno segnato la cultura del progetto.
Nel corso della sua lezione Mario Botta ha presentato una serie di opere recenti che “parlano del territorio e del nostro tempo, perché il territorio è parte integrante del progetto e mai elemento accessorio”.
L’incontro al teatro Mercadante, organizzato con il patrocinio degli ordini degli architetti di Bari e Matera, Unibas e Politecnico di Milano, è stato aperto dal saluto di Renee Quartarella, responsabile marketing e comunicazione dell’azienda Quartarella, che ha posto l’accento sullo spessore culturale, universalmente riconosciuto, dell’architetto Mario Botta che “con la sua presenza in questa giornata ha dato lustro al territorio, confermando la vocazione aziendale al confronto con i professionisti”.
Il dialogo tra Botta e Bucci coordinato da Filippo Orsini del Politecnico di Milano, è iniziato sul significato più profondo di fare architettura oggi. “Non si può parlare di architettura – ha detto Botta- prescindendo dalla storia. Esisto perché mi ricordo. La storia è parte del nostro presente e non esiste un presente senza storia. Il confronto con la storia è un confronto molto utile, visto che la storia è una parte strutturale della contemporaneità”. Bucci ha una visione da storico mentre l’architetto Botta ha una visione della costruzione che non prescinde dalle motivazioni tecniche, estetiche e funzionali. “Oltre alla funzione dell’architettura – ha sottolineato l’archistar- sono sopratutto i significati, le speranze e le illusioni che sottendono il nostro fare. Quella dell’architetto è una posizione privilegiata ma con la responsabilità di fare sintesi tra le forme di vivere della società moderna e il costruito”.

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