Gent.mo sig. Sindaco della città di Matera,
abbiamo appreso dalla stampa, e poi constatato direttamente, della demolizione di un volume comprendente lo schermo del cinema all’aperto adiacente il complesso del Teatro del Borgo della Martella, di proprietà comunale ed in parte già recuperato alle funzioni originarie.
Il fatto che la parte demolita sia stata acquisita dalla proprietà del Demanio da parte di un privato non solleva la Amministrazione Comunale dalla responsabilità politica e culturale di questo fatto.
A tutela dell’integrità dell’assetto originario dell’edificio teatrale, di cui la parte demolita è parte integrante, la AC avrebbe dovuto acquisire, con eventuale prelazione, la suddetta proprietà adiacente. Perché non l’ha fatto? La AC contemporaneamente ha bandito una gara per il recupero della piazza e dell’intero complesso della Piazza Monte Sabotino e se avesse acquisito l’edificio, oggi demolito, tutto ciò non sarebbe successo. La memoria della ri-fondazione moderna di Matera è stata gravemente offesa da questa demolizione. Sono oltre 60 anni che il Centro civico della Martella, composto da teatro, cinema all’aperto, delegazione, biblioteca, ambulatorio e altri servizi, opera dell’ing. Federico Gorio e e dell’arch.Michele Valori del gruppo coordinato da Ludovico Quaroni, attendono di essere liberati da occupanti abusivi per consentirne il recupero e la restituzione all’uso pubblico per cui sono stati progettati. I recenti completamenti residenziali del Borgo della Martella, previsti dal PRG,lo ha trasformato in un quartiere suburbano di congrue dimensioni che ha il diritto di fruire pienamente delle attrezzature pubbliche (ivi compresa la scuola agraria di fronte alla Chiesa occupata abusivamente) di cui è stato dotato fin dalla fondazione.
Il giorno 15 novembre 2019, in occasione del Convegno internazionale di Studi sulle architetture del ‘900 in Basilicata e Puglia, collegato alla Mostra 9x 100=‘900, evento ufficiale della Fondazione Matera 2019, organizzato dalla Sezione appulo-lucana del Do.Co.Mo.M.o Italia, avevamo visitato il borgo insieme al noto critico di architettura William J.R. Curtis, ed eravamo stati nel teatro e nel cinema all’aperto, spazi moderni lodati per la preveggenza di chi l’aveva progettati e attrezzati per lo sviluppo sociale e culturale degli abitanti già sfollati dai Sassi. Quest’unità intangibile di spazi collettivi del borgo, legata alla concezione politica d’avanguardia di Adriano Olivetti, tante volte ripresa e sottolineata dall’azione dell’indimenticabile meridionalista Leonardo Sacco, di cui dovremmo andare orgogliosi, oggi è stata distrutta.A Matera, la memoria dell’epoca moderna, anche durante l’anno 2019, se si eccettua la Mostra succitata, è sottovalutata rispetto all’antico.
L’importanza della conoscenza e della tutela delle opere di urbanistica e di architettura moderna, che pur hanno costruito negli anni ‘50/’60 la città nuova con opere di pregio, tra cuii borghi della Martella e di Venusio, i quartieri di Spine Bianche, Serra Venerdì, La Nera, non è un tema diffuso.
L’associazione Do.Co.Mo.Mo.Italia ha come obiettivo la documentazione, la conservazione e la valorizzazione degli edifici e dei complessi urbani del Novecento. Sue finalità principali sono la conoscenza e la documentazione del patrimonio architettonico moderno, la sua salvaguardia e lo studio di metodologie e criteri di intervento rispondenti al suo valore testimoniale.
Denunciando l’inopportuna demolizione di una parte del centro civico di Piazza Monte Sabotino,l’associazione DoCoMoMo Italia invita la AC di Matera e la stessa Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata a vigilare sullo stato di consistenza e di uso del patrimonio architettonico moderno di qualità di cui dispone la città e a mettere in atto una politica di tutela attiva delle opere di testimonianza e memoria della modernità urbana.
Arch.Mauro Sàito, Presidente di DoCoMoMo Italia Sezione Basilicata e Puglia ETS