Battibecco “social” tra il Sindaco di Matera e il fotografo Antonello Di Gennaro sul logo dell’Ufficio Cinema del Comune

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Una vera e propria “rissa social”, così l’ha definita qualcuno, si è scatenata intorno al nuovo logo dell’Ufficio Cinema del Comune di Matera. Ad infervorare gli animi è stato un post del grafico materano Antonio Andrisani, professionista di lungo corso, il quale ha evidenziato nel logo dell’Ufficio Cinema del Comune di Matera una certa somiglianza con l’ideogramma di Topolino. “Mi complimento – scrive Andrisani – per il logo dell’Ufficio Cinema del Comune di Matera. Sembra più l’ufficio di Topolino. Devo dire anche interessante questa visione moderna dell’audiovisivo con la macchina da presa. Forse è quella che usava Pasolini, Sentite a me, andatevi a coricare”. Tra i tanti commenti al post di Andrisani, quello del fotografo materano Antonello Di Gennaro sembra aver infastidito più di tutti il sindaco Bennardi.

Di Gennaro scrive: “Matera e i suoi loghi istituzionali? Fantasia perversa remunerata profumatamente, ricordiamo l’escremento della mucca podolica (il primo logo di Matera 2019, ndr) dell’ex ente (Fondazione Matera 2019, ndr) che finalmente ha finito di sprecare risorse”. Al commento del fotografo, Bennardi risponde in maniera evidentemente seccata, ma dimostra di non aver compreso che il commento negativo era riferito al logo di Matera 2019 e non certo al logo di Matera Cinema. “Complimenti – scrive il sindaco- per il costante tentativo di criticare le ambizioni di questa amministrazione nel puntare su industria culturale e creativa di cui il cinema ne è piena espressione. Ognuno è libero di giudicare, denigrare o fare ironia. Va bene, andiamo avanti lo stesso col massimo entusiasmo. Ringrazio chi ha realizzato questo bellissimo logo che all’amministrazione è costato zero euro, perché ci sono materani che dietro ad un’idea condividono sforzi ed energie e sono tanti. Altri preferiscono il più comodo hobby della critica. Assolutamente legittima per carità ma eviterei di dire falsità, quindi caro Antonello Di Gennaro prima di parlare di “fantasia perversa remunerata profumatamente” quanto meno mi informerei prima. Dopo qualche minuto arriva il commento di Antonello Di Gennaro che pone in evidenza come l’Amministrazione Pubblica non possa ricevere “donazioni” se non regolate da contratto, ponendo anche una questione deontologica sul “lavoro gratuito”, di per se inaccettabile dal punto di vista morale.

Scrive Di Gennaro: “CARO SINDACO BENNARDI, E’ FINITA L’ERA DEL LAVORO AMATORIALE… Fa specie sentire parlare il primo cittadino di Matera con un tono così ostile sopratutto dopo che l’Amministrazione ha aderito al manifesto della comunicazione “non ostile”. Ma quello che trovo più ostile è il contenuto, caro sindaco Domenico Bennardi, dal momento che si tenta maldestramente di far passare come un vanto l’aver accettato un lavoro gratuitamente, mortificando i tanti professionisti locali che vivono di comunicazione e, per questo motivo, trovano giusto farsi pagare la progettazione di un logo. Caro Sindaco sono convinto, insieme con tanti altri miei colleghi, fotografi e grafici, che è finita l’epoca del lavoro amatoriale. Il lavoro è professionismo assoluto e come tale va sempre pagato. Il lavoro gratis, di per sé, è un ossimoro e come tale non merita la considerazione che Lei ostenta, anzi va sempre condannato perchè rovina il mercato e uccide la naturale competizione tra i professionisti. La competizione migliora la razza imponendo sforzi per riadeguarsi giornalmente agli standard migliori. E se non bastasse la morale, l’etica professionale e la deontologia, allora le ricordo anche che la legge non è dalla sua parte.  La Pubblica Amministrazione non può ricevere “donazioni” se non regolate da un contratto di legge. Infatti la donazione è un contratto “tipico” espressamente disciplinato dagli artt. 769 e ss. Cc. per la cui validità è richiesta la forma scritta. Quindi sorgono almeno 3 quesiti:

Quesito 1. L’Amministrazione ha stipulato un contratto con il professionista che ha deciso di “donare” il logo? Nel caso in cui non lo avesse fatto, esporrebbe l’Amministrazione stessa a potenziali azioni di rivalsa legale da parte dell’autore del logo.

Quesito 2. L’elemento della gratuità non coincide necessariamente con l’interesse pubblico che l’Amministrazione deve perseguire.
Quesito 3. L’Amministrazione ha fatto un concorso di idee al fine di poter raccogliere anche altre proposte progettuali, potenzialmente migliori?
Aspetto una sua cortese e “non ostile” risposta”.

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