Il candidato sindaco Rocco Sassone ha sottolineato alcuni degli elementi che possono segnare il cambio di passo in città e consentire una progettazione adeguata e nel pieno rispetto delle regole.
“Matera – ha esordito – ha appena terminato un anno favoloso, il 2019, che ha introdotto e permesso alla città di misurarsi con capacità di accoglienza e grandi flussi turistici, ma questo ha acuito diversità e spaccature in una città che ancora oggi si divide fra aree di serie A e di serie B, fra centro e periferie. Servono dunque – ha proseguito Sassone – misure immediate e efficaci per ricucire periferie e centro, per riallacciare in un processo osmotico inverso il territorio, guardando verso le aree meno frequentate. Non si può, perciò, non raccogliere esperienze e competenze e per questo serve confrontarsi con i professioniasti materani che sono stati bistrattati negli ultimi anni a favore di grandi società arrivate da fuori perchè il Comune non ha avuto un approccio efficiente verso la gestione appalti. Matera – ha concluso – dìora in poi deve essere in grado di offrire visuale più ampia; penso ad esempio alla misura regionale oggi diventata legge che prevede che ogni città abbia diritto a cinque euro per un fondo rotativo destinato alla progettazione. In complesso ci sarebbero 300 mila euro per finanziare studi di fattibilità e progetti di professionisti locali invertendo una tendenza che ha impoverito questa città per troppo tempo”.
BENNARDI E SASSONE A CONFRONTO CON GLI ARCHITETTI DI MATERA
Istituire a Matera in un immobile comunale la Casa dell’Architettura o Urban Center, quale luogo pubblico dedicato alla partecipazione informata e attiva dei cittadini e al dibattito pubblico nonché spazio di esposizione permanente dei processi e degli interventi in corso sia di carattere urbanistico che architettonico. E’ una delle proposte emerse oggi all’Ordine degli Architetti di Matera nel confronto tra il candidato sindaco Domenico Bennardi ed il suo competitor Rocco Sassone.
“E’ questo un primo passo concreto per avviare il processo di urbanistica partecipata -ha detto Domenico Bennardi- al quale intendo affiancare l’istituzione di una Commissione per la qualità urbana che valuterà i progetti e le proposte di interesse pubblico. L’architetto, per la sua identità, ha un ruolo culturale centrale ed è il fulcro tra storia e modernità. In tutte le città bisogna progettare spazi vivibili avendo una idea complessiva e unitaria”.
A moderare il confronto tra i due candidati sindaci è stato il presidente degli Architetti materani, Pantaleo De Finis, che ha sollecitato un maggior ricorso alla figura del progettista nei processi di sviluppo urbano.
“Occorre evitare -ha sottolineato Bennardi- l’approccio episodico alla progettazione come è accaduto nella storia recente di Matera. Bisogna abbandonare la vecchia prassi del consumo del suolo e recuperare quello abbandonato o usato in maniera non appropriata. La rigenerazione urbana va vista ponendo al centro i progettisti e le persone, coinvolgendole. Cosa che finora non è accaduta, basti citare l’esempio di Piazza della Visitazione oggetto di svariati concorsi di cui, colpevolmente l’Amministrazione non ha tenuto conto, nemmeno aprendo un dibattito con la città. Una opportunità sprecata perché non si è dato spazio né al progetto né al dibattito, anzi è accaduto l’esatto contrario: si è deciso il destino di uno spazio così importante della città moderna senza alcuna condivisione. In barba ad ogni prassi progettuale democratica si è affidato il progetto all’architetto Boeri che poco o nulla conosce di Matera escludendo a priori i professionisti locali. Matera deve essere valorizzata con i concorsi di progettazione a due fasi: nella prima fase si mettono insieme le idee, nella seconda fase si raccolgono le prime cinque migliori ipotesi da mettere a gara per realizzare il progetto definitivo che comunque va pagato ai cinque concorrenti finalisti, mentre il vincitore avrà in premio l’incarico per realizzare l’opera. E’ questa la prassi che intendo adottare per le opere pubbliche di Matera con il coinvolgimento preventivo degli ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri e geologi) evitando quello che è accaduto durante l’amministrazione De Ruggeri, con le decisioni prese nelle segrete stanze”.