La situazione dell’Ospedale di Tinchi è sempre più delicata: l’incontro del 10 giugno con il Direttore Generale dell’ASM Matera, il dottor Maglietta, si è rivelato un autentico buco nell’acqua e non sono mancate le tensioni tra i dirigenti e il Comitato di Difesa dell’Ospedale pisticcese, sempre agguerrito e pronto a dare battaglia per difendere la funzionalità dell’impianto. Tra le critiche avanzate dal Comitato vi è l’inattuazione della delibera di ottobre 2013 che istituiva l’Ambulatorio chirurgico per il trattamento del piede diabetico proprio nel nosocomio dedicato ad Angelina Lodico, ma nulla è stato fatto in questo senso e la delibera resta inapplicata. Inoltre la situazione dell’impianto è fatiscente: per le scale vi sono ancora buchi lasciati dai carotaggi, ma neanche in questo senso è stato fatto nulla. Neanche sulla famosa questione del terzo piano che, secondo i progetti della dirigenza regionale, dovrebbe essere abbattuto per essere ricostruito, nulla sembra muoversi: Maglietta, a tal proposito, prima di lasciare la riunione in tutta fretta, ha affermato che i soldi per abbattere il terzo piano ci sono, ma non quelli per la ricostruzione e scarica tutte le responsabilità sul governatore Pittella. “Chiedete a lui” ha affermato il dottor Maglietta, scatenando l’ira del Comitato e lo stesso professor Tamburrano, storico difensore dell’Ospedale, ora chiede a gran voce l’incontro con il Presidente della Regione per capire definitivamente le posizioni dei vertici rispetto alla questione: “Se non ci danno garanzie finanziarie serie e scritte di ricostruzione, il terzo piano non si tocca”.
Alla riunione del 10 giugno ha partecipato anche il dottor Pasquale Bellitti, medico operante nell’impianto sanitario pisticcese e Segretario Provinciale PD il quale, rivolgendosi a Maglietta ha affermato: “ Se la sanità lucana è come la costruzione di una scarpa e la politica ha deciso che a Tinchi si debbano fare i lacci di quella scarpa, bene, noi pretendiamo che a Tinchi ci debbano mettere in condizioni di fare bene quei lacci”. Una perfetta metafora che sintetizza tutta la precarietà e il vuoto lasciato da un processo che lentamente ha svuotato di servizi uno dei fiori all’occhiello della sanità lucana. Ma i problemi a Tinchi non finiscono certo qui: mancano macchinari e attrezzature richiesti ormai da anni, ma al momento non è pervenuto nulla agli operatori che lamentano il totale degrado verso cui l’Ospedale sta andando irreparabilmente incontro.
La battaglia, nonostante la situazione disperata, continua: il Comitato non deve essere lasciato solo e anche la cittadinanza deve partecipare alla lotta per salvaguardare la sanità pisticcese. Perché da soli si può fare ben poco contro quei vertici che da anni stanno depotenziando la struttura.