Adduce con la sua macchina del fango grida allo scandalo. Lo scandalo di una Fondazione che, creata con risorse private e pubbliche dal 1998, non ha dilapidato il suo capitale in prebende alle nutrite clientele della politica e invece ha prodotto beni pubblici, ponendo le basi per lo sviluppo di un intero territorio. Il progetto culturale programmato, progettato e attuato ha reso fruibili luoghi della cultura straordinari e unici come: la Cripta del Peccato Originale, il Musma, Museo della Scultura Contemporanea Matera, la Casa di Ortega, il complesso rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, le chiese rupestri di Santa Margherita e Santa Lucia in Melfi, il sito preistorico di Riparo Ranaldi in località Tuppo dei Sassi in agro di Filiano. Attualmente la Fondazione ha in corso il progetto delle botteghe artigiane e delle residenze di artisti nell’originario palazzo Gattini nel Sasso Barisano. Solo per dare un’idea, in un lasso di tempo confrontabile, il Parco delle Chiese Rupestri del Materano, nato con legge regionale del 1990, non è stato in grado di restaurare nessun bene culturale di competenza: né chiese rupestri, né villaggi neolitici. Così come il Comune di Matera tiene in una condizione di desolante e squallido abbandono le chiese rupestri di Cappuccino Vecchio, di Santa Barbara, del Convicinio di Sant’Antonio, di Santa Maria de Armenis e di San Leonardo!
Di contro, l’attivismo della Fondazione, dovuto alla capacità manageriale del suo presidente, ha acquisito e reinvestito sul territorio risorse esterne per oltre quattro milioni di euro, con una ricaduta occupazionale di sedici unità lavorative. Ciò, senza contare l’indotto legato alla progettazione, alla realizzazione e alla fruizione di tali presidi culturali.
È utile ribadire che le risorse della Fondazione non sono e non potranno mai entrare nella personale disponibilità di Raffaello de Ruggieri, perché per legge vincolate alla missione dell’Ente, tanto che, in caso di cessazione o scioglimento della Fondazione, il capitale esistente, per legge (art. 32 del Codice Civile) viene attribuito dall’autorità pubblica ad altri enti che abbiano fini analoghi. La volgare insinuazione di una successione familiare nella titolarità delle risorse esistenti è il frutto di un’ignoranza pervicace, che rasenta la malafede. La verità è che ancora una volta il PD ha preso fischi per fiaschi.
Adduce, per cinque anni membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, dopo aver partecipato a tutti i consigli di amministrazione, tenutisi per suo rispetto al sesto piano del Palazzo di Città, e dopo aver approvato tutti gli atti deliberativi, compresi i bilanci preventivi e consuntivi, oggi vuole sapere com’è nata Zétema. Zétema, il cui nome incarna il principio della “ricerca in azione”, è nata da un grande progetto politico-tecnico (1978), che vedeva la necessità di far sorgere, nel Mezzogiorno d’Italia, un soggetto qualificato dedicato alla valorizzazione delle risorse storico-ambientali del Meridione. Ciò avveniva quando il Sud stava per essere reso orfano delle sue politiche di sviluppo, con le iniziative centraliste e nordiste che lo hanno progressivamente depauperato, mortificandolo in una presunta condizione d’inferiorità. Zétema, così come il Circolo La Scaletta aveva fatto nei decenni precedenti combattendo il “marchio d’infamia” cucito addosso alla Matera “vergogna nazionale”, nasce e opera per valorizzare in modo “esemplare” le risorse culturali e ambientali di Matera e del Mezzogiorno. Questo principio, tradotto in un progetto visionario, fu condiviso, all’epoca, dal Formez, dalla Regione, dalle Province di Matera e Potenza, dal Comune di Matera, dalla Confindustria, dal Gruppo Dioguardi di Bari, e da due soggetti privati medaglie d’oro del Presidente della Repubblica come Benemeriti della Cultura: il Circolo La Scaletta e Raffaello de Ruggieri. Un’unità di soggetti e di intenti inedita e per molti anni mai più raggiunta. Quando gli Enti pubblici deliberarono la loro fuoriuscita da questo progetto, per evitarne la morte e la dilapidazione delle risorse in rivoli clientelari, fu creata una Fondazione. Non a servizio di una famiglia, ma di un territorio, così come i 17 anni di attività hanno saputo ampiamente dimostrare. La Fondazione, infatti, nonostante le difficoltà di operare in un sistema istituzionale spesso asfittico se non ostile, è riuscita a imporsi negli anni come modello d’intervento a livello nazionale e internazionale per il recupero, la tutela, la gestione e la valorizzazione dei beni culturali (il “modello materano di azione culturale”). Lo testimoniano le numerose risorse aggiuntive, pubbliche e private (tra cui, ad esempio, quelle della Fondazione Cariplo), che Zétema presieduta gratuitamente da Raffaello de Ruggieri, è stata in grado di captare e di re-investire nel territorio e nelle imprese di Matera e della Basilicata. Sarebbe avvenuto lo stesso se al posto di de Ruggieri, fosse stato eletto Adduce? Agli elettori la risposta.
Per soddisfare le ulteriori curiosità del candidato sindaco Adduce e dei suoi sprovveduti suggeritori, consigliamo la lettura della scheda allegata.
SCHEDA INFORMATIVA SINTETICA SULLA FONDAZIONE ZÉTEMA DI MATERA
L’obiettivo di questa scheda è di informare la collettività circa le attività, l’organizzazione e la gestione della Fondazione Zétema, presieduta dall’Avv. Raffello de Ruggieri.
Zétema è una Fondazione che ha per scopo la programmazione e la realizzazione di attività di studio, di documentazione, di formazione, di ricerca, di progettazione e di produzione nel campo della tutela, gestione, valorizzazione e promozione de beni culturali e ambientali e delle attività culturali.
Giuridicamente la natura della Fondazione consente di vincolare obbligatoriamente il patrimonio raccolto e incrementato nel tempo per l’impiego esclusivo in attività perfettamente coerenti con il suo scopo sociale di valorizzazione dei beni culturali ed ambientali e, pertanto, tutela tale patrimonio da ogni forma di impiego differente rispetto agli obiettivi statutari.
L’organizzazione della Fondazione Zétema si fonda sui seguenti punti chiave:
- Amministrazione garantista e trasparente: La Fondazione Zétema ha un Consiglio di Amministrazione composto da membri permanenti (e quindi non sostituibili) nelle figure del Sindaco pro-tempore di Matera, di un rappresentante del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Presidente pro-tempore della Associazione internazionale “José Ortega”, del Presidente pro-tempore del Circolo “La Scaletta” di Matera (quale soggetto Benemerito della Cultura riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica), del sig. Raffaello de Ruggieri (quale soggetto Benemerito della Cultura riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica). La presenza dei rappresentanti istituzionali garantisce la correttezza dell’operato della Fondazione ed anche del suo presidente che è sempre tenuto a rispondere al CDA;
- Il presidente è eletto ogni cinque anni dal Consiglio di Amministrazione;
- Controllo della gestione: Il controllo sull’amministrazione della Fondazione è affidato al Collegio dei Revisori dei Conti, composto di tre membri, due nominati dal Consiglio di Amministrazione ed uno dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ciò rappresenta un ulteriore livello di garanzia gestionale;
- Gratuità delle cariche: Le cariche di Presidente, di Vice-presidente, di membro del Consiglio di Amministrazione, di componente del Comitato esecutivo e di revisori dei conti sono gratuite. Quindi, il lavoro quotidiano del Presidente non genera costi per la Fondazione.
Ad oggi la Fondazione ha garantito la conservazione della dotazione di risorse pubbliche e private iniziali, ancora disponibili nel patrimonio finanziario della stessa, grazie alla capacità del management di coprire gli impieghi effettuati per la realizzazione delle attività con altri fondi reperiti sul mercato. Allo stesso tempo, essa ha conseguito straordinari risultati, coerenti con i suoi obiettivi e capaci di generare un valore aggiunto territoriale inestimabile.
Potremmo così riassumere i principali risultati conseguiti:
- effetto volano: la creazione di un effetto “volano” per il reperimento di nuovi fondi con cui realizzare i progetti culturali. Il fund raising, effettuato grazie alla garanzia della non intaccata disponibilità finanziaria, ha consentito di reperire risorse per ulteriori euro 4,2 mln di cui larga parte provenienti da Fondazioni bancarie private del Nord che hanno scelto di dare fiducia al Presidente ed al CDA della Fondazione, altre provenienti dall’8 per mille statale;
- fund raising innovativo: l’utilizzo di strumenti innovativi di fund raising come quello adottato in partnership con la Banca Prossima del gruppo Intesa San Paolo nel caso del progetto della Casa di Ortega con cui, attraverso le due modalità dedicate al terzo settore “Presto Bene e Dono Bene”, sono state reperite risorse per circa 252 mila euro per un totale di 59 finanziatori tra donatori (28) e prestatori (31);
- sponsorship per la gestione: l’individuazione di forme di sponsorship per la gestione dei presidi, grazie alla collaborazione con istituti bancari e società finanziatrici, come UBI – Banca Carime, Banco di Napoli, Fondazione Istituto Banco di Napoli, Banca Popolare del Mezzogiorno;
- valorizzazione patrimonio culturale: l’incremento del patrimonio culturale e immobiliare della Fondazione con la realizzazione dei primi e straordinari interventi di valorizzazione del sistema culturale materano messi a disposizione della collettività: la Cripta del Peccato originale, il Musma e la Casa di Ortega;
- opportunità di lavoro: la creazione di opportunità lavorative per i giovani del territorio materano (le cooperative di gestione) che, con ulteriori sviluppi del turismo, potranno crescere esponenzialmente;
- copertura finanziaria costi di gestione dei presidi: la copertura da parte della Fondazione delle spese di gestione non supportate da sponsorship relativamente a tutti i beni gestiti a partire dal giorno dell’apertura alla pubblica fruizione;
- valorizzazione di altri beni: il restauro di ulteriori beni non direttamente gestiti dalla Fondazione come Madonna delle Virtù a Matera, la Cripta di Santa Margherita e la chiesa di Santa Lucia a Melfi, e il sito preistorico di Riparo Rinaldi a Filiano
Gli obiettivi raggiunti attraverso l’attività della Fondazione consentono oggi di consegnare alla collettività un patrimonio (sia in termini di risorse finanziarie sia in termini di presidi culturali creati) di inestimabile valore che si tramanderà alle future generazioni proprio perché protetto da uno strumento giuridico dedicato alla conservazione e gestione dei beni culturali che tutela lo stesso patrimonio da ogni eventuale strumentalizzazione politica.
Questa attività di cultura praticata è conosciuta in Europa e nel mondo come “il modello materano di azione culturale”.