Il Coordinamento Nazionale Precari Scuola (CNPS) Basilicata Uniti insieme alla Direzione Nazionale “Coordinamento Nazionale Precari Scuola” e ai coordinamenti locali ha promosso nel pomeriggio di ieri una manifestazione in piazza Vittorio Veneto a Matera per la tutela della scuola pubblica: alunni, genitori, docenti e famiglie. Di seguito le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori ad organizzare questa iniziativa di protesta.
“CNPS Basilicata Uniti – ha spiegato il docente Giovanni Di Pede – è scesa in piazza per manifestare il dissenso verso l’approvazione del nuovo Decreto. Confutiamo la non tutela della continuità didattica e la modifica della tipologia concorsuale dapprima improntata su un selettivo test a crocette e successivamente modificata con l’approvazione di domande aperte, anch’esse selettive in entrata. Tale provvedimento è incongruente alla Direttiva Europea 70/1999 ed al Decreto 368/2001. I docenti con oltre 36 mesi di servizio andrebbero stabilizzati per titoli e servizio. Sfuma così la possibilità di assumere i docenti precari a settembre. Si continuerà ad avvalersi dello scorrimento delle graduatorie di seconda e terza fascia e le mad per sopperire ad una dilagante supplentite.
Sembra che noi precari siamo spuntati da Marte. Siamo stati assunti sulla base del nostro curriculum, titoli e servizio.
Non siamo abusivi, solo lavoratori senza contratto. Pensare ai titoli professionali non è procedura bastevole per docenti che hanno lavorato nella scuola per anni? Non basta nemmeno che nella procedura sia previsto un esame finale, destinato ad accertare l’idoneità di docenti che oggi sono i supplenti di migliaia di alunni.
Siamo quelli che stanno facendo la Dad. Siamo docenti. Non facciamo i docenti. Così siamo percepiti da alunni e famiglie.
La precarietà è solo nel nostro contratto.
Il 5 aprile scorso l’attuale Ministro ha revocato il Codice N19 che prevedeva il Rinnovo dei contratti in scadenza anche se il titolare fosse rientrato in servizio, impedendo a tantissimi precari di raggiungere i 180 giorni o per lo meno i 166 giorni.
Siamo in totale disaccordo sul principio di merito propinato dalla “Buona Scuola” secondo cui esso si comproverebbe solo superando una prova concorsuale selettiva.
Se così fosse, il Miur non dovrebbe assumere più nessun precario a settembre confermando così il rispetto del decreto, tutelando i precari dall’abuso dei contratti reiterati a tempo determinato, garantendo dunque la Buona Scuola ed utilizzando appunto solo docenti di ruolo.
Come si potrà ripartire a settembre senza docenti precari con migliaia di cattedre vacanti (circa 100.000) e con il corona virus in circolazione.
Chiediamo pertanto il rispetto delle leggi: “concorso per titoli e servizi”. Uno Stato inadempiente dovrebbe evitare, invece provoca precariato. Non possiamo esser ridotti a merce di scambio.
Facciamo appello alle forze sane di questo Paese affinché si evitino scontri politici su un terreno delicato come quello della scuola che è di tutti e non del ministro che, pro tempore, ne ha la responsabilità.”