E’ con una delibera della Giunta comunale che Bernalda si schiera contro il termovalorizzatore che verrebbe realizzato in zona Metaponto. Chiara la posizione dell’ente comunale che, tramite l’atto ufficiale concluso lo scorso 23 gennaio presso la Casa Municipale, afferma la propria contrarietà circa la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti con valorizzazione energetica proprio al centro di una zona archeologica tra i siti di Pantanello e Metaponto. Nei giorni scorsi si erano tenuti degli incontri tra i cittadini sia nella frazione jonica sia a Bernalda per discutere delle conseguenze di una installazione del termovalorizzatore nel Comune lucano. In entrambi gli incontri importante partecipazione dei cittadini che accolgono con favore l’atto ufficiale con cui l’Amministrazione Comunale ha voluto esprimere il totale disaccordo con il progetto presentato dalla società Lucana Ambiente S.r.l.
STORIA DEL GASSIFICATORE NEL METAPONTINO – Già nel 2011 l’allora Giunta Comunale, guidata dall’ex Sindaco Leonardo Chiruzzi, affermò l’assoluta contrarietà ad un simile progetto, vista anche la qualificazione della Zona di Pantanello come Zona SIN (Sito Inquinato Interesse Nazionale), contrarietà confermata anche nel 2012. Troppo importante la vocazione turistica dell’area metapontina e troppo importante la salute dei cittadini, già duramente provata dall’inquinamento dell’area Val Basento: un ennesimo centro di smaltimento dei rifiuti comprometterebbe la già disastrata situazione ambientale di un’area, quella Metapontina, che ospita bellezze architettoniche della Magna Grecia e strutture turistiche ricettive importantissime.
LE MOTIVAZIONI – Tra i motivi che hanno spinto la Giunta di Bernalda a pronunciarsi negativamente sulla questione anche le numerose mancanze della società che dovrebbe realizzare l’impianto in zona Pantanello: Lucania Ambiente, infatti, non ha rispettato la Convenzione del 2003 circa le modalità di acquisto dei lotti che sancisce le indennità da versare; la società, secondo quanto si apprende dalla delibera di Giunta, avrebbe pagato esclusivamente il 5% di anticipo e non il 20% all’accettazione dei lotti, mancando anche il 50% successivo, da versare entro i 90 giorni dall’accettazione. Dunque Lucania Ambiente non avrebbe la disponibilità dell’area, la quale è sprovvista di opere di urbanizzazione e, dunque, mancante dei requisiti infrastrutturali fondamentali. Il Comune fa sapere, inoltre, che il Piano Particolareggiato di Pantanello risulta scaduto e non vi sono progetti edilizi o imprenditoriali pendenti sull’area. La Giunta sottolinea anche l’incompletezza del progetto nella parte in cui “si osserva che gli elaborati trasmessi a corredo della convocazione della conferenza di servizio, risultano carenti sotto l’aspetto della composizione minima, che gli artt. 25 e seguenti del D.P.R- 20712010 prevedono per il confezionamento del progetto definitivo; si segnala, in particolare, con riferimento agli elaborati grafici, che i medesimi, nell’attuale rappresentazione, non permettono l’individuazione, di tutte le caratteristiche spaziali, tipologiche, funzionali e tecnologiche di tutte le opere e lavori da realizzare, né, tanto meno, sono presenti specifiche tabelle di verifica di tutti i parametri urbanistici, ambientali, strutturali, ecc da rispettare; risultano, altresì, omessi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i rilievi planoaltimetrici e lo studio dettagliato di inserimento urbanistico, i calcoli delle strutture e degli impianti, il disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici, il censimento e progetto di risoluzione delle interferenze, ecc.; ll confezionamento del progetto e dei relativi allegati presenta carenze sostanziali e diffuse, con conseguente indeterminatezza rispetto all’intervento candidato che coinvolge sia la geometria che la tecnologia delle opere”.
QUALI RIFIUTI DA TRATTARE?- Non sono state definite le tipologie di rifiuti da trattare presso l’impianto ed inoltre manca la progettazione circa l’utilizzo dei fumi in uscita per lo sviluppo di colture microalgari. L’ente comunale jonico sottolinea a tal proposito che il progetto in questione sarebbe dovuto avvenire in collaborazione con AgroBios, società ormai in fase di chiusura. Non mancano difetti anche nella parte relativa alle autorizzazioni: “non risulta acquisito, allo stato, la necessaria autorizzazione alla emissione dei fumi in atmosfera ai sensi dell’art. 269 del D.Lgs 15212006”; mancano autorizzazioni e pareri riguardo l’introduzione del termovalorizzatore in zona archeologica; mancano studi epidemologici sull’impatto che l’impianto potrebbe avere sulla zona e sulla salute dei cittadini.
LA PAROLA AI SINDACI – Troppe le imprefezioni e le lacune nel progetto che hanno spinto il Sindaco Tataranno e la sua Amministrazione a confermare la contrarietà al progetto della società richiedente già sancita dalle precedenti Giunte Comunali, mentre negli incontri pubblici degli scorsi giorni il comitato “NO Gassificatore” chiedeva al primo cittadino bernaldese di impugnare la decisione regionale dinnanzi al TAR di Basilicata. Nei prossimi giorni si conosceranno gli sviluppi della questione, con la speranza che la salute dei cittadini sia posta al centro di ogni discussione: il Sindaco Tataranno sarà presente alla Conferenza dei Sindaci convocata a Matera il prossimo 27 gennaio.