Il magistrato Silvana Arbia, in merito al comizio di mercoledì sera a Matera per il turno di ballottaggio delle elezioni comunali, tenuto dal sindaco Salvatore Adduce, e relativamente alla parte in cui è stata chiamata in causa, precisa quanto segue:
“Il sindaco Salvatore Adduce mi ha contattata telefonicamente, proponendomi una collaborazione in ordine ad un possibile ruolo di garante della trasparenza amministrativa. Ho risposto che, oggi, è meglio non immaginare ruoli di quel tipo in assenza di contenuti e piattaforme precise e ben individuate.
Ho chiarito che per aggiungere qualcosa di nuovo alla politica e all’amministrazione pubblica, serva indipendenza e non solo parvenza di legalità. Ho anche riferito che sarebbe stato controproducente, in questo momento di campagna elettorale, parlare di queste cose, annunciando qualcosa che per ora non è realizzabile.
Il candidato sindaco Adduce, già all’inizio della conversazione telefonica, mi ha proposto una sorta di assessorato alla legalità, ma ho detto che non era il caso di discuterne, essendo l’assessore un componente di un’entità politica.
Abbiamo, comunque, conversato con ampia apertura di vedute, come del resto è mia abitudine, sempre e in tutte le occasioni in cui sono chiamata a dialogare. Ho sottolineato che sul possibile ruolo di garante della legalità era decisamente il caso di pensarci con calma, essendo questioni delicate che vanno costruite con attenzione, nei tempi dovuti e necessari. Ho anche evidenziato che, come magistrato, avrei dovuto considerare la proposta quando si sarebbe formulata in termini concreti per poi ottenere, se nel caso, le necessarie autorizzazioni.
Certo, come ho sempre fatto nei miei interventi pubblici, nell’interesse della Basilicata, mia terra d’origine, ho manifestato una disponibilità generale verso questa regione, ma al di fuori di schieramenti politici.
Al dialogo telefonico, è seguita una mia e-mail al sindaco in cui ho ringraziato per la fiducia accordatami e fatto presente di non poter assumere alcun impegno. Ho solo chiarito che se il sindaco Adduce avesse riferito il fatto di avermi consultata, ciò avrebbe riflesso la realtà.
Non ho riferito che andrò a Matera. Non ho parlato di un Collegio di garanti. Preciso di non aver parlato di alcun gruppo di lavoro da formare.
C’è una mia nota al sindaco che riassume quello che io ho compreso delle motivazioni che lo hanno spinto a sottopormi la proposta anzidetta ( indipendenza, competenza, necessità di ricorrere a meccanismi di garanzia esterni indipendenti dall’amministrazione e dalle logiche partitiche e politiche).
Ho osservato che incarichi del tipo di quelli che mi sono stati proposti devono essere gratuiti al fine di rafforzarne l’indipendenza”.