Il toto-ministri è impazzato fino a qualche ora fa: dentro, fuori, dentro, poi ancora fuori, nomi, numeri,chiamate ed SMS, ma qual è stato il destino dei lucani all’interno del nuovo Governo Renzi?
C’era una volta tal Filippo Bubbico, prima nominato da Napolitano nel gruppo dei “dieci Saggi”, poi divenuto Viceministro dell’Interno, ed ora…nulla!
Braccio armato dell’apparato sinistroso del PD Nazionale in Basilicata, il Senatore Bubbico, già fervente sostenitore di Gianni Cuperlo alle scorse primarie per la segreteria, e prima ancora sostenitore di Bersani per le politiche, messo alle corde dopo il tira e molla negli impietosi teatri delle direzioni di via de Nazareno, come gli altri ex DS, ha trovato difficilissimo poter ritagliarsi spazi nel nuovo Governo, dato anche l’abbandono, o meglio, come direbbe Dante di Celestino V, il Papa che abbandonò il pontificato, “Il Gran Rifiuto” dello stesso Cuperlo dalla presidenza del PD, che oggi conta nell’organico del partito quanto il 2 di bastoni con la briscola a denari.
Chi gongola invece è il gruppo dei “redenti”, ovvero i sostenitori di Bersani alle scorse primarie per la Presidenza del Consiglio, divenuti poi i renziani di nuovo corso durante le primarie per la Segreteria, fra i più noti la materana Maria Antezza ed il potentino Salvatore Margiotta. Questi, pur non avendo avuto nessun incarico di governo, posso fregiarsi adesso di essere i principali azionisti della “corrente di maggiornaza e di governo” del PD.
Chi ancora si lecca le ferite di un fallimento del Governo Letta è colui che di Letta è sempre stato il compagno di merende, infatti, durante la “sfiducia” della direzione nazionale del PD all’ex premier, insieme ad altri 4 membri, ha abbandonato l’assemblea. Stiamo parlando dell’ex Presidente della Regione, ora segretario PD, Vito De Filippo, il più provato forse da questa esperienza delle larghe intese nonché la voce maggiormente ridimensionata da questi cambi d’equilibri.
Non vi preoccupate, nel passare al setaccio i nostri dirigenti, non ho dimenticato affatto un illustre nome lucano, colui che venne lanciato come “il nuovo che avanza” durante le scorse politiche (anche se è stato pubblicamente definito un “giovane vecchio” in una trasmissione televisiva), il volto del bersanismo in Basilicata, il più realista del Re, bene, su di lui ci sarebbe solo una cosa da dire: “…la Speranza è l’ultima a morire.”
Solo una piccola considerazione per il “fu” Viceconte, che pur essendo un filo-governativo, pur avendo aderito a Nuovo Centrodestra, con una coperta così corta, sembra difficile possa rientrare nelle stanze di potere, che in passato, quando era un unto del Signore fra le fila di Forza Italia, ha occupato senza ottenere grossi risultati.