Se ci si focalizza esclusivamente su quelli che sono i fatti di cronaca interni all’ambito regionale magari può sfuggirci quale possa essere il senso e l’utilità di nuove figure professionali in grado di muoversi agilmente nel campo delle relazioni internazionali. Se invece si esce per un attimo da perimetro lucano e si provano a leggere i fatti di cronaca politica ed economica nazionali allora ne appare molto più chiaro il senso.
In questi mesi le attività di “management” a livello internazionale in cui siamo occupati noi italiani sono molteplici. Si va dalla recente nomina dell’ex Ministro Mogherini alla politica estera europea, alla questione dei due Maro’ che ci vede da quasi due anni occupati in una battaglia legale (ma anche politica) con il Governo di Nuova Delhi in India. Questi però sono solo due esempi di applicazione delle proprie conoscenze e capacità delle relazioni internazionali in ambito politico o comunque legato alle amministrazioni pubbliche (nazionali).
Esiste tuttavia tutto un altro ambito di possibilità per i professionisti dell’area che sono quelle che arrivano dal privato. Pensiamo ai nostri grandi gruppi industriali che fanno affari all’estero: pensiamo all’Eni e a quali accordi deve siglare con le autorità politiche di tutto il mondo per i suoi progetti di estrazione del petrolio e del gas, o a Finmeccanica che costruisce navi, elicotteri e aerei per i governi di mezzo mondo.
Ebbene per tutte queste situazioni non bastano gli ingegneri che seguono il progetto tecnico, non bastano i commercialisti che controllano i flussi di cassa; servono anche persone capaci in grado di creare “quel terreno” di discussione con le autorità politiche delle aree in cui si va operare. Professionisti formati in un ambito ben preciso; si tratta di corsi di laurea magistrale, solitamente biennali, che fanno seguito ad un primo triennio in cui o si è affrontato un ciclo di studi di Scienze Politiche o di Relazioni Internazionali, come quello proposto da questo corso di laurea e specializzazione in Relazioni Internazionali.
Quali sono gli ambiti di approfondimento tipici di questa laurea? Si parte sempre da quelle che sono le esigenze che vengono dalla “vita vera” e dai “casi di applicazione” come quelli prima citati. Ecco perché il percorso di specializzazione in relazioni internazionali si articola su un doppio binario: da una parte, come è ovvio e giusto che sia si vedono i regolamenti giuridici internazionali, dall’altra si cerca di creare un “modus operandi” che il professionista andrà a sfruttare in futuro.
Un modus operandi che è il frutto di conoscenze storiche e geografiche sulle principali aree internazionali, ma che si basa anche su una solida conoscenza delle lingue divenute ormai un biglietto da visita indispensabile per chi ambisce ad operare all’estero.