“L’extraterrestre”. Sembra il titolo del più classico dei film di fantascienza. Invece è un vero reality show. Quello che si svolge nella Capitale Europea della Cultura 2019 dove si parla di Sassi, di Matera in particolare, di patrimonio Unesco e di Joseph Grima, direttore artistico del Comitato Matera 2019. Ad appioppare a Grima questo soprannome è stato un autorevolissimo componente del Comitato, Raffaello De Ruggieri al quale non è andata giù l’uscita pubblica dell’architetto Grima lo scorso 12 febbraio all’auditorium Gervasio di Matera. Lo ha definito “extraterrestre” perchè Grima ha affermato che “il patrimonio non è la risorsa più preziosa di Matera”. Una vera e propria eresia. Cioè Matera non avrebbe vinto per il suo incontestabile patrimonio artistico, storico ed architettonico, quello che l’Unesco ha certificato e riconosciuto già dal 1993 includendo la città dei Sassi nella lista dei “Patrimoni dell’umanità”. A suo dire la vittoria è arrivata per il lavoro svolto del team “allargato” che ha stilato il progetto culturale. Una dichiarazione del tutto autoreferenziale che addirittura mette in ombra il patrimonio materiale della città in favore di un’idea di innovazione tutta da costruire. Secondo Grima “il patrimonio più prezioso che abbiamo è il nostro futuro, la nostra capacità di creare un nuovo futuro”. In sostanza, secondo Grima, l’innovazione contenuta nel dossier di candidatura sarebbe il motivo esclusivo della vittoria, dunque a prescindere dalla bellezza dei luoghi. La dichiarazione del direttore artistico di Matera 2019 ha indignato così tanto De Ruggieri, che ha speso una vita per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale di Matera, da fargli rassegnare le sue dimissioni dal Comitato Matera 2019. A Joseph Grima e Paolo Verri, De Ruggieri non ha perdonato l’arroganza con cui hanno liquidato la mancanza di rapporto con la comunità materana. Raffaello De Ruggieri, tra i fondatori del Circolo La Scaletta e presidente della Fondazione Zetema, ha rassegnato le sue dimissioni per un dissenso totale verso i responsabili del dossier di candidatura. “La qualità magnetica della città, invece – ha detto De Ruggieri, sottolineando i suoi 70 anni di impegno, e passione per Matera – è stata notata dai commissari Ecoc, insieme a un potenziale di crescita straordinario che ci permetterà di essere area di attrazione e immigrazione alta e non di emigrazione, purché si sia capaci di governare la vittoria”. Una uscita pubblica quella di Grima che mortifica la città, il lavoro e l’ingegno di generazioni di Materani che l’hanno resa tale. Perchè in questo caso il patrimonio artistico della città, la sua bellezza materiale, è frutto dell’intelligenza umana di chi l’ha creata e abitata nel tempo, anzi nei millenni e non di un team ristretto (formato da molti forestieri) che si occupa di Matera solo da qualche anno. Per questo la dichiarazione forse un po “superficiale” di Joseph Grima ha scatenato l’indignazione di Raffaello De Ruggieri e dei materani. Cittadini che a questo punto si interrogano sulla sensibilità e sull’opportunità di certe sue dichiarazioni “imbarazzanti” nei confronti della città che lo stipendia. Dichiarazioni di sicuro poco consone allo status di direttore artistico di Matera 2019 che Grima ricopre. Così, a pochi giorni da quelle dichiarazioni, Grima torna sull’argomento e lo fa pubblicamente sui social network dove nel frattempo si è scatenato un acceso dibattito. “Provo a chiarire – scrive Grima su Facebook- la riflessione che forse per mia stanchezza quella sera non ho ben espresso e non è stata ben compresa”. Quindi forse è stata la stanchezza la causa di quell’uscita poco felice da creare un incidente diplomatico con De Ruggieri e con i cittadini materani. “Immaginiamo per un attimo – continua Grima- che mia moglie sia Miss Universo – immaginiamo che oggettivamente sia la donna più bella del mondo, selezionata da un panel internazionale di esperti in materia, indiscutibilmente ‘bona’, come dicono dalle mie parti. Se io le dicessi che la amo non per la sua intelligenza, la sua generosità e il suo straordinario carisma, ma per la bellezza del suo corpo, mi arriverebbe un meritato schiaffo in faccia. Lo ripeto: Matera non ha vinto per la sua bellezza, per quello che ha fatto mille o diecimila anni fa. Tutte le città possono giocare – e hanno giocato – quella carta. Non ha vinto per l’intelligenza mia, di Paolo (Verri) o di qualcuno del comitato. Ha vinto per la straordinaria e ineguagliata intelligenza e generosità di tutte le migliaia di persone che in questo progetto hanno creduto e per cui hanno lavorato notte e giorno per anni, anni, anni, senza risparmiarsi. Per me è stato un privilegio straordinario lavorare per un breve periodo con queste persone, e credo di non aver mai imparato tanto in così poco tempo. È una vittoria meritata, e da cui verranno una quantità straordinaria di cose belle per Matera, per l’Italia e per l’Europa, a patto che non si inquini”. E quell’ultima frase inquieta. Cosa avrà voluto dire Grima? Chi potrebbe inquinare? Forse è un rimando alle ingerenze della politica nel Comitato Matera 2019? Ad ogni modo Grima conclude il suo intervento con un post scriptum che sa tanto di “captatio benevolentiae”: “A mio personale avviso, per quello che vale, Matera è la città più bella del mondo”, sconfessando il suo stesso teorema sul tema dell’innovazione e sul ruolo giocato dalla bellezza della città dei Sassi. Come a dire: alla fine è la bellezza che conquista. Di certo dichiarare che la storia e la vastità del patrimonio storico ed architettonico di questa città è stato ininfluente per la vittoria di Capitale della Cultura è perlomeno ingenuo. Soprattutto se a dichiararlo è una personalità dello spessore di Grima, architetto, ed anche ex direttore della rivista Domus. Un professionista per il quale la genesi di una città ed il genius loci (lo spirito del luogo) connaturato alla cultura materica, dovrebbero essere stati materia d’esame, quindi concetti con i quali avere dimestichezza. Poi c’è l’esempio di miss Universo che risulta poco calzante per la città di Matera. A Matera non si offende nessuno se si dice che è bella per il suo patrimonio, quindi per la sua componente “fisica”. La città di Matera ed i suoi cittadini sono tolleranti ed intelligenti e mai si sognerebbero di “schiaffeggiare” (metaforicamente s’intende) chi la definisce bella. Anche perchè a differenza di una donna, la bellezza di Matera è frutto dell’ingegno degli uomini che l’hanno costruita. E Grima, da addetto ai lavori, dovrebbe saperlo bene che nell’architettura scavata dei Sassi di Matera ci sono regole di costruzione non scritte ma ben identificabili e codificate. Il segreto stesso della bellezza che è un rapporto di proporzioni. E la bellezza, di per sé, non è ne peccato ne una colpa. Pure qui a Matera. La città ed i suoi cittadini sono più intelligenti di quel che Grima crede. Matera è ad un livello superiore. Un livello che forse Grima ancora non ha colto se è fermo a fare cervellotici esempi da miss, inghiottito dall’autoreferenzialità di un dossier troppo sbilanciato sull’innovazione e sul digitale e poco incline a considerare la città nella sua concretezza. Anche perché se l’innovazione non viene applicata alla città reale resta puro esercizio accademico. Dunque se si è stanchi forse è il caso di andare a dormire piuttosto che accanirsi contro la bellezza “inutile” di una città. Perché i suoi cittadini potrebbero, giustamente, non prenderla tanto bene e chiedere, legittimamente, le dimissioni di Grima. Perché la Capitale della Cultura è dei cittadini e non del Comitato. E quindi sono i cittadini a decidere.
Giovanni Martemucci
la vignetta satirica è di Pepperio Barbino