Entra nel vivo il progetto “Materaw cultura Fotografica”. Sabato 23 luglio 2016 alle, ore 16, con partenza da Matera si avvia il ciclo didattico “Study Group” di Materaw con una prima lezione pratica sul controllo della luce naturale che si svolgerà in agro di Gravina. Un workshop sul campo che prevede il raduno dei partecipanti alla stazione di Villa Longo per poi partire insieme, armati di macchina fotografica, alla volta della location scelta. La partecipazione è gratuita previa iscrizione da inviare via mail a segreteria@materaw.it.
A guidare il workshop nella veste di tutor sarà il fotografo professionista Antonello Di Gennaro, direttore artistico di Materaw. Di Gennaro illustrerà e suggerirà tecniche di illuminazione e di mascheratura della luce, affronterà temi importanti che si dimostreranno fondamentali per ottenere gli effetti desiderati, valutandoli sul campo insieme al gruppo.
“L’illuminazione – afferma Di Gennaro- è il fattore più importante nel determinare l’atmosfera e l’aspetto generale della fotografia. E’ essenziale comprendere come controllare la luce per capire di conseguenza quale effetto questa andrà a creare sull’immagine. Il workshop all’aperto cercherà di chiarire proprio questi aspetti”.
Incontrarsi per accrescere la propria cultura attraverso una condivisione di esperienze e di saperi è all’origine del progetto Materaw. La Fotografia rappresenta il punto di partenza, è il linguaggio comunicativo che accomuna l’ambizione di tessere una cultura che consideri fondamentali le origini di un territorio e comprenda la sua evoluzione nel tempo. Diviene quindi una necessità sociale, proporsi come formatore di comunicazione visiva. “Materaw cultura fotografica”, nasce nella città di Matera nel 2015 con tale sfidante presupposto.
“E’ importante e necessario – sostiene il presidente dell’associazione, Roberto Linzalone – il ruolo che Materaw ha assunto ovvero quello di educatore allo sguardo critico in un’epoca in cui i new media e la comunicazione istantanea stanno minando la capacità riflessiva, promuovendo una sorta di superficialità diffusa che non aiuta certamente la fotografia nel suo ruolo di comunicazione di stati d’animo, di emozioni e di valori. L’obiettivo è quello di rieducare al senso critico riappropriandosi della naturale capacità dell’uomo di riflettere e comprendere”.