Michele Fortunato, giovane chef lucano nella Parigi bene

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La redazione di Basilicata Magazine ha inaugurato una sezione chiamata “Lucani nel Mondo”, obiettivo della quale è dare voce e spazio alle eccellenze lucane che, in qualche modo, portano alto il nome della Basilicata nel mondo.
Cominciamo con uno chef di fama internazionale, nonostante la sua giovane età, il lucano Michele Fortunato. Originario di Marconia, vive a Parigi ormai da quasi due anni, dove lavora presso il ristorante italiano “Guido De Luca”.
Ma la sua passione per la cucina nasce da lontano, quando, da piccolo, osservava la mamma preparare in casa, pasta fresca e dolci per tutta la famiglia.
La sua lunga e sfolgorante carriera costituisce un esempio da imitare di nostri giovani talenti baciati dalla fortuna e dal successo all’estero, ed è per questo che vi proponiamo la sua intervista, in cui Michele Fortunato, si racconta e racconta i primi passi nel mondo della cucina nazionale ed internazionale.
Buona lettura!

Michele, quali sono state le tue prime esperienze lavorative?
All’età di 13 anni ho iniziato a lavorare presso l’agriturismo di San Teodoro a Pisticci in piena Costa Jonica, per poi intraprendere un’esperienza durata 3 anni presso lo stabilimento turistico “Riva dei Tessali”, dove ho lavorato con chef di fama internazionale tra cui Domenico Maggi e Corrado De Virgilio.
Terminati gli studi mi sono trasferito a Bologna dove, in fretta, sono riuscito a farmi conoscere nell’ambiente e approdare al ristorante “Rossellinis” (2 stelle Michelin) del grande maestro Pino Lavarra, ora trasferitosi ad Hong Kong.
Successivamente ho avuto la fortuna di fare altre importanti esperienze, tra cui spicca il “Trussardi” di Milano, l’enoteca “Pinchiorri” di Firenze, degli chef Italo Bassi e Riccardo Monco.
Dopo una breve permanenza in una località tra l’Umbria e la Toscana, sono arrivato a Parigi.

Per quale motivo hai scelto di andare via dall’Italia e dalla Basilicata?
Nonostante avessi maturato una cospicua esperienza nell’ambiente degli chef italiani da cui ho avuto la fortuna di imparare moltissimo, ho pensato che un’avventura all’estero potesse rappresentare una svolta decisiva, in positivo, per la mia carriera.
All’estero ho riscontrato, infatti, una maggiore apertura e maggiori opportunità di crescita professionale per noi giovani desiderosi di migliorare la nostra posizione lavorativa.

Come mai la scelta è ricaduta proprio su Parigi?
Parigi è una della capitali mondiali della cucina di qualità, ed essendo una città cosmopolita, sicuramente fornisce opportunità di inserimento lavorativo di primo piano.
Inoltre, pensavo che sarebbe potuta essere, per me, l’occasione giusta per imparare una nuova lingua ed arricchire, oltre che il mio curriculum, anche il mio bagaglio di esperienze di vita.

Come procede, quindi, il tuo lavoro? Sei soddisfatto?
Il lavoro qui è una sicurezza, a differenza dell’Italia. Il nostro è un ristorante esclusivo, con soli 28 coperti, dove proponiamo piatti italiani, cercando di offrire una maggiore varietà possibile, al fine di soddisfare i gusti più svariati e ricercati.
Abbiamo, inoltre, una cantina con i migliori vini italiani, che non temono la concorrenza dei vini francesi.
La soddisfazione del cliente è anche la nostra soddisfazione, ecco perchè facciamo in modo che ritornino a trovarci.

Quali sono le tue specialità?
Adoro la cucina in generale, che considero un pò il mio mondo, ma, in particolare, mi piace cucinare la carne ed i pesci nei modi più disparati e adeguati alle esigenze del cliente.

Qual’è il target di clienti del ristorante “Guido De Luca”?
Il nostro ristorante è frequentato da clienti di tutte le fasce d’età e di prezzo. Tra gli assidui frequentatori posso, comunque, citare l’ex presidente della Repubblica francese Jacques Chirac, il primo Ministro francese Olivier Dacourt, i calciatori Ibrahimovic e Thiago Motta, il Presidente della Televisione francese.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Al momento sono soddisfatto del mio lavoro e dell’esperienza di vita in Francia che sto facendo, ma il mio sogno nel cassetto è aprire, in futuro, un ristorante tutto mio.

 

Di seguito alcune delle creazioni dello chef Michele Fortunato.

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