Buon compleanno a questa classe politica che si definisce “votata alla innovazione e all’operosità“ e che esordisce sul suo profilo Facebook con frasi ad effetto del tipo: “E’L’ANNO “ZERO”, E’ l’anno in cui si è deciso di “FARE I CONTI” CON IL PASSATO. E’ l’anno in cui si è deciso di chiudere con le gestioni poco oculate e poco lungimiranti.
Buon compleanno ad una classe politica che non ha la stessa libertà degli amministratori del passato;
Buon compleanno ad una classe politica che deve fare i conti con il patto di stabilità, che limita a dismisura la possibilità di spesa ma che non impedisce la “loro” di spesa.
Buon compleanno ad una classe politica che si presenta come il vero rinnovamento, capace di rompere gli schemi del vecchio modo di fare politica ed, infatti, la novità non si è fatta attendere.
Ad un anno esatto di distanza dal quel fatidico 25 maggio 2014 ha compiuto la sua seconda missione impossibile, questa sì che li renderà “politicamente immortali”.
A conferma del nuovo che avanza, ha deciso di autopremiarsi, non si sa per quali meriti e, come regalo di compleanno, si è concessa un ritocchino allo stipendio.
E lo ha fatto con un percorso a sorpresa, senza clamore, con l’umiltà che, a loro ripetuto dire, li contraddistingue. Infatti, fosse stato per loro, non avrebbero chiesto alcunchè se non fosse che un responsabile di servizio, di quelli senza macchia, tra i pochi invitati ai festeggiamenti, il ritocchino glielo ha voluto impacchettare.
Peccato, però, che il ritocchino allo stipendio non sia un atto dovuto, come hanno lasciato volutamente far intendere con l’espressione adottata, ma una facoltà, quindi non obbligatoria e per carità legittima, ma questa classe politica rinnovata deve ancora imparare che “NON SEMPRE CIO’ CHE E’LEGITTIMO COINCIDE CON CIO’ CHE E’ OPPORTUNO E RISPETTOSO NEI CONFRONTI DEI CITTADINI, riconosciuti tali solo quando chiamati al pagamento di tasse, tributi e balzelli vari, elevati alla massima potenza.
Peccato, anche, che si sia cercato di far passare sotto silenzio una scelta politicamente e
moralmente discutibile, attribuendola alla competenza del dirigente che ha adottato la determina quando, invece, bisognava metterci la faccia con l’adozione di una delibera di esclusiva competenza dell’Organo consiliare, evitando così di inficiare l’atto che risulta, pertanto, viziato anche sotto il profilo della competenza oltre che privo dei dati ufficiali a sostegno dell’attestazione di verifica della sussistenza della maggiorazione, di cui all’art.2, comma 1, lettera a, del D.M.119/2000 per l’anno 2014 e non 2013.
E allora, studiate ragazzi, studiate per poter superare l’esame della cittadinanza e consentitemi un consiglio in qualità di ex-amministratore che ha corso il rischio di continuare a correre con questa classe politica e che, essendone uscito prima ancor di cominciare non ha avuto, fortunatamente, neanche il tempo di sporcarsi le mani. Tenete bene a mente, ragazzi, prima di postare le vostre noiose lezioncine di morale sul profilo Facebook che “chi ha la testa confusa, è bene che tenga la bocca chiusa”.