Lo stato dell’asfalto in molte zone della città è davvero malridotto e presenta ovunque buche e sconnessioni. Le piogge delle scorse settimane hanno enfatizzato il problema. Lo stesso discorso vale per l’illuminazione pubblica spesso insufficiente anche su arterie stradali importanti.
Gli abitanti del tratto di circonvallazione che costeggia Rione Pini affermano che da tempo l’illuminazione pubblica risulta spenta, ma nessuno sa il perché con il risultato che è praticamente impossibile tornare a casa a piedi salendo lungo via Fosse Ardeatine. Ma il problema della scarsa sicurezza stradale riguarda tutta la città.
Ormai attraversare la strada è diventato un terno al lotto: tutti gli attraversamenti pedonali presentano strisce bianche usurate, invisibili anche di giorno. Figurarsi cosa accade di notte nei pressi di questi attraversamenti pedonali mal segnalati. Ma la cosa più inquietante è che della manutenzione delle strade e del rifacimento ciclico della segnaletica non se ne occupa nessuno da anni: per questo la sicurezza dei pedoni ma anche di ciclisti, motociclisti e automobilisti è scesa ad un livello bassissimo.
Dove finiscono i circa 750 mila euro (la metà dei proventi delle multe elevate, mediamente, ogni anno a Matera) che dovrebbero essere utilizzati per asfaltare le strade, rifare la segnaletica, e in generale per migliorare la sicurezza della circolazione? Nessuno lo sa né, tantomeno, il Comune si preoccupa di spiegare come utilizza quei soldi se le strade sono nello stato che tutti conosciamo. Ovviamente c’è anche un problema legato all’educazione da parte degli utenti della strada che sottovalutano i pericoli, spesso non rispettano il codice e, soprattutto, i limiti di velocità. Il decadimento è ovunque: via Lanera, strade interne del quartiere Piccianello, via Lazazzera, via Cappelluti, viale Europa, le vie di Serra Rifusa, il primo tratto di via Carlo Levi e tante altre. Ma il degrado e l’incuria, lo si apprezza maggiormente nelle vie centrali della città, come via Ugo La Malfa dove il traffico è più intenso. La periferia è un discorso a parte perché l’incertezza non si pone, in taluni quartieri le strade non ci sono. L’argomento va affrontato principalmente sotto il profilo della sicurezza degli utenti della strada e, tra questi quelli più soggetti alle insidie di una carreggiata rattoppata e piena di buche: motociclisti e ciclisti. L’auspicio è che si ponga rimedio a questa preoccupante situazione che incide sulla pubblica incolumità e che origina anche molti danni ai veicoli, costretti a percorrere strade, i cui dissesti si ripercuotono sulle parti meccaniche, potendo così contribuire a rendere più usurabili ed insicuri i veicoli.