Ecco di seguito la lettera inviata da Giovanna Marchese Bellaroto, Presidente CNA Commercio, al conduttore della trasmissione di Corrado Formigli andata in onda su La7 che ha evidenziato le “falle” del distretto del mobile imbottito di Matera.
“E’ stato molto triste assistere, nel corso di una bella trasmissione di approfondimento politico e sociale Piazza pulita, alla nuda e disarmante realtà che, oltre al politichese dei piacevoli interventi in studio, sta alla base del disfacimento, tutto italiano, del nostro sistema produttivo. Grazie all’effetto costruito con sapienza scenica di catapultare lo spettatore nella cruda quotidianità dei servizi girati per la strada della vita vera, ci siamo ritrovati a toccare con mano le amarezze di un sistema produttivo che grazie al Made in Italy avrebbe dovuto continuare a fare grandi le nostre aziende e quindi il nostro stesso Paese nel mondo dei mercati, invece si è sgretolato sul lento ma inesorabile disfacimento del valore umano.
Questa e’ l’amarezza che trasuda da quelle riprese che raccontano di braccia che lavorano per l’ipocrisia di un sistema che li dichiara ”terzisti” per i diritti dei quali, uomini e donne, bisognosi in terra straniera di lavoro, di sopravvivenza e di dignità, le regole non valgono, non c’e’ imprenditore che ha il dovere di tutelarli, ma anzi c’e’ un sistema, quello si marcato Italy che crea ad arte la copertura che serve per usarli. Così’ un nostro prodotto di eccellenza italica che proviene dal distretto industriale di Matera, muove economia di mercato producendo soffici sofà che contribuendo a tenere alta una manifattura artigiana sul mercato, non solo domestico ma anche globale, si sono inventati una catena di montaggio che in piena concorrenza sleale, come un negriero sfrutta gli stranieri in patria e disdegna la mano d’opera locale perché troppo onerosa.
Trovata che ha costretto le nostre fabbriche, quelle poche che non hanno voluto delocalizzarsi perche’ scommettevano per rimanere in Italia, a mandare gli operai in classe integrazione e lasciare così il mercato ai fantomatici terzisti locali, che di locale avevano solo il capannone, ma il capitale umano contenuto in quei capannoni intorno a Matera fatto di occhi a mandorla che nei luoghi di lavoro svolgevano tutte le loro funzioni vitali oltre che lavorative, griffa oggi sotto gli occhi di tutti noi, grazie a quella trasmissione, un prodotto fatto in Italia, ma da braccia cinesi sudate, sottopagate e private della loro dignità di lavoratori.
È’ come accorgersi di essere stati truffati perché una lattina di pomodori prodotta in Campania conteneva concentrato di salsa allungato proveniente dalla Cina. Così oggi come consumatori prima, ma anche come piccoli e medi imprenditori, ci dobbiamo sentire ugualmente truffati da quel sistema che marchiando italiano mette in atto una contraffazione identica e nostrana. Non perché quelle braccia cinesi non siano all’altezza di produrre come le braccia di un italiano. Nessuna discriminazione sul valore umano di lavoratori di etnie diverse, ma indignarci serve a far si che le fatiche di quei lavoratori fragili non possano più rappresentare una plusvalenza per il connazionale che li sfrutta o per gli imprenditori italiani disonesti che affossano un sistema di concorrenza leale utilizzando terzisti, a bassissimo costo, che italiani non sono. Serve anche a capire perché il nostro sistema produttivo va a rotoli,trascinandosi dietro percentuali di disoccupazione da dopoguerra, senza riuscire mai a generare linfa vitale che rimetta in movimento il tessuto delle piccole e medie imprese. Complice un grande sindacato colpevolmente evasivo sulle precise domande rivolte dalla zelante giornalista sulle Cig e tutto sotto gli occhi di una politica locale che se pur Civica, sembra cadere dal pero… visto che siamo in Basilicata, terra di frutteti. Una classe dirigenziale quindi malata, incapace di seminare pace sociale, disinteressata allo sviluppo locale, diversamente molto più attenta al consociativismo relazionale, utile solamente ad accrescere la fama del distretto del mobile di Matera nel mondo, che allo stesso tempo pero’, fruttando il lavoro piagato di italiani e cinesi contribuisce al disfacimento produttivo del nostro piagato “bel paese”.
Giovanna Marchese Bellaroto, Presidente CNA Commercio
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